Oh Paolo, mi struggo, i suoi grandi occhi bruni mi hanno stregato il cuore. Mi sveglio e spero di poter sfiorare i suoi riccioli e che ella mi parli, temo di essere malato d’amore, darei il gladio pur di averla solo per me.
Il giovane Federico Giuliano, accasciato a terra sotto una quercia, discorreva con il commilitone Paolo Attanio dopo aver terminato il pasto, le sue mani si arruffavano tra i capelli e il petto gli pesava come se un soldato lo avesse atterrato per mezzo del suo scudo. Aveva conosciuto Costanza Emilia all’inizio di quella missione, lei gli aveva parlato durante l’allestimento del campo e da allora ogni notte prima di dormire pensava alla sua voce armoniosa marcata da quel delicato accento greco. I soldati più esperti gli avevano riferito che ella era di origini rodesi ed era stata richiesta dal pretore Attico stesso dopo aver sentito parlar bene di lei da un paio di consoli che stimava.
Pareva essersi costruita la sua carriera di donna da compagnia con le sue proprie forze, a vent’anni già godeva di una buona fama nel circolo militare e nonostante la professione che praticasse era ben ambita tra gli uomini.
Per Costanza però gli uomini erano un ludico passatempo e la facilità con cui i giovani arruolati cadevano ai suoi piedi la divertiva e incuriosiva non poco. Era ben abile nei discorsi e sapeva farsi amare da chiunque fosse il suo interlocutore. Le sue conoscenze sulla vita mondana, le opere letterarie più rilevanti degli ultimi tempi e del programma degli spettacoli teatrali le rendevano il conversare un semplice e piacevole diletto.
Amava i miti e le storie di fantasia e conservava con cura ninnoli orientali.
Si bardava di toghe color porpora attirando a se le attenzioni e i giudizi degli aristocratici, quel suo modo di vestire aveva dato origine a voci discordanti, alcuni la consideravano la figlia di una nobile famiglia ora caduta in rovina, altri la additavano come maladonna e la guardavano con disprezzo.
In molti erano caduti in rovina per colpa di un’infatuazione ed era per lei comune svegliarsi e trovarsi lettere, poesie e fiori da un qualche giovane, taluni si erano anche spinti a proporle di sposarli e avevano ricevuto una trafila di scuse e frasi vaghe con cui Costanza evitava il matrimonio ma manteneva abbindolato il pretendente.
Il buon Paolo Attanio, di un paio d’anni più vecchio del suo giovane amico sapeva bene di che pasta era fatta Costanza e guardava Federico Giuliano con pena. Molte volte si era intrattenuto in discussioni superficiali con lei e le altre donne del campo ma era riuscito a evitare di cadere nella sua rete, si dispiaceva per l’amico a cui sarebbero toccati mesi di tensioni e sofferenze per colpa di quella donna dallo sguardo accattivante.
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